Domenica 24 giugno Pistoia Abetone Ultra Marathon 50 Km
“Sono pazzo, folle, maniaco, fuori di testa… ma che figata!” penso tra me e me mentre ritiro il pettorale (numero 274) per la mia Pistoia Abetone 50 km .Beh, sono pazzo ma almeno sono “coerente” nei giudizi. Dopo aver passato 70 giorni fuori casa per lavoro mai avrei pensato di poter chiudere La PistoiAbetone in questo modo . E’ vero che in quel periodo le mie gambe non avevano mai smesso di girare percorrendo più di 500 km , ma è anche vero che circa 350 km erano stati percorsi su un freddo tapis roulant che se potesse parlare quante me ne direbbe .Tornando a casa ho trovato i miei amici ultra Massi Corbani e fra Zurlo che mi aspettavano reduci dal Passatore .Dinanzi al solo pensiero di poter correre un giorno fino a 100 chilometri in un sol colpo, sono in molti a chiedersi se ne saranno mai capaci e se il loro fisico li supporterà fino al traguardo. «Si può esserlo, le persone che nella vita sono abituate a resistere e che non mollano mai per nessun motivo, sono intrinsecamente degli ultramaratoneti. A determinare questa capacità è il valore mentale più che quello delle fibre muscolari».Dopo circa 42 chilometri, anche per il runner più allenato le energie fisiche si spengono. A quel punto è la testa che decide. A un certo punto è solamente la forza di volontà che ti guida a spingere in avanti le gambe anche quando ti dicono che è finita». Facciamo qualche allenamento insieme , loro hanno la stanchezza postuma di un’impresa, ma con il loro sorriso mi fanno dimenticare che non faccio una salita da mesi e mi prendono per mano tranquillizzando le mie ansie. In questa impresa non siamo soli c’e Ary ormai ultra consolidata folle ,come noi del resto , Max Gambino scalatore di spessore veterano della Pistoia Abetone, e scopro con piacere che c’è anche Il Maffo e Mario Cantarelli un campione ,alla prima ultra .In queste poche settimane ci siamo scambiati tutti messaggi di incoraggiamento , perché se il Passatore è la regina delle cento , la Pistoia Abetone lo è per le 50 km. Siamo arrivati alla partenza si salutano vecchi e nuovi amici, perché di fuori di testa c’è ne davvero tanti , e a volte ho il dubbio che sia davvero una setta, perché sei sempre li a salutare le solite persone. Lo sparo, si parte , per i primi km i miei fratelli di strada da dietro mi prendono in giro su quanto mi sia disciplinato non eccedendo nel ritmo , Ma i pensieri sono davvero tanti , il primo le salite , le benedette salite che credo di non avere più nelle gambe , e secondo la medaglia che ho promesso ad una mia cara amica . dopo 5 km inizia l’attacco della salita ed è li che inizia il viaggio mentale che ci porterà al traguardo . Tante sono le persone che abbiamo salutato e che ci hanno supportato . ma questo non vuole essere un freddo resoconto della gara, Ma il resoconto di un’amicizia . Come spesso mi è capitato di ripetere la corsa non è uno sport per persone solitarie . in spezia marathon ho avuto la fortuna di conoscere tante persone con le quali ho condiviso o condivido allenamenti ma la fortuna che ho avuto di incontrare quei due ragazzi è davvero incredibile.
Ogni tanto penso alla mezza maratona Roma Ostia 2016 , la mia gara “del cuore”. La mia prima gara ed il motivo per quale oggi (e sempre) corro. Qui non potrebbe essere più diverso. Eppure sono in “gara” e l’applauso o le grida di incoraggiamento di qualcuno che fa trekking mi ridà una incredibile forza di correre, proprio come quando cominci ad essere stanco e qualcuno ti sostiene chiamandoti per nome. Noi tre siamo completi, ognuno ha il suo compito , tacito non studiato a tavolino, saranno i caratteri diversi che ci fanno emergere nelle difficoltà, ma ci compensiamo .ognuno riesce a capire gli altri due quando stanno soffrendo . Arrivare in Cima e passare il traguardo mano nella mano compensa tutti i sacrifici fatti . Prima di Noi è arrivato super Mario che come uno stambecco ha scalato l’Abetone per la prima volta in un tempo favoloso . Poi siamo arrivati noi tre e con piacere abbiamo trovato Francesca e Manola che ci fotografavano e soprattutto ci portavano delle birre fredde meritatissime . La cosa bella è stata aspettare Ary il Mafffo e Max che ci seguivano a ruota condividendo con loro la gioia di una gara che o la ami o la odi. E noi l’abbiamo amata. Forse non sarò stato chiaro nel racocnto magari vi aspettavate intertempi o passaggi , ma questo è ciò che provo quando corro e voglio condividerlo con voi. Grazie a tutti